La Cassazione conferma che, attesa la ben nota pericolosità delle fibre di amianto, già sotto l’egida del d.P.R. n. 303/1956 si imponeva l’adozione di misure idonee a ridurre il sotteso rischio

di L. Pelliccia -
Che l’amianto sia una delle più tristemente note cause di insorgenza di malattia professionale è un fatto più che notorio. La pericolosità dell’asbesto amianto (in realtà, sinonimi, che identificano minerali fibrosi altamente lesivi per la salute umana) è quindi più che nota e, nonostante la sua messa al bando con la legge n. 257/1992, sono ancora 40.000 le tonnellate di materiali contenenti tale prodotto presenti sul territorio italiano. Così la strage dovuta a questa fibra-killer continua. Secondo gli ultimi dati del 2021, i casi di mesotelioma sono circa 2.000, quelli di asbestosi sono circa 600 e, infine, quelli di tumore al polmone sono circa 4.000, senza considerare tutt. . .