Onus probandi, risarcimento del danno e mobbing: tra principio di vicinanza della prova e responsabilità oggettiva

di G. M. Marsico -
La Corte di Cassazione, nella pronuncia in analisi (ordinanza del 20 luglio 2023, n. 21682) ha il pregio di confermare il suo già consolidato orientamento in materia di onere della prova nei casi di mobbing: spetta al lavoratore provare l’esistenza di comportamenti vessatori o intimidatori, ripetuti e costanti, diretti nei suoi confronti, e solo se il lavoratore abbia fornito la prova di tali comportamenti sussiste, per il datore di lavoro, l’onere di provare di avere adottato tutte le cautele necessarie a impedire il verificarsi del danno. Il caso riguarda una domanda di risarcimento dei danni derivanti da condotte mobbizzanti, asseritamente patite da un magazziniere, respinta dalla Co. . .